Comunicato stampa
Diffuse le proposte dell'Autorità per la riforma delle tariffe del gas
Milano, 26 aprile 2000
L'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha diffuso
consultazione con le proprie proposte di riforma delle tariffe del gas
metano. Come previsto dai regolamenti dell'Autorità, sul documento saranno
raccolti pareri e suggerimenti di tutti i soggetti interessati: associazioni dei
consumatori, sindacati dei lavoratori e delle imprese, associazioni
ambientaliste. Il termine per la presentazione di osservazioni è stato fissato
per il prossimo 2 giugno; sono inoltre previste audizioni speciali. Il documento
per la consultazione è disponibile sul sito internet (www.autorita.energia.it).
La proposta di riforma del sistema tariffario della
distribuzione locale del gas, che interessa oltre 16 milioni di utenti
domestici, del commercio, dell'artigianato, nonché la piccola industria con
consumi inferiori a 200 mila metri cubi annui, per un fatturato annuo di circa
15 mila miliardi, è coerente con quanto previsto dallo schema di decreto
legislativo di liberalizzazione del mercato del gas, la cui approvazione è
prevista entro il prossimo 22 maggio.
Il sistema tariffario proposto favorisce l'introduzione
della concorrenza e la libertà di scelta del fornitore, che interesserà i
clienti con consumi oltre i 200.000 metri cubi annui dal prossimo agosto e tutti
i clienti, incluse le famiglie, dall'inizio del 2003. La tariffa finale del
gas sarà distinta in servizio di distribuzione e servizio di vendita in modo da
rendere possibile ai fornitori alternativi e ai clienti liberi il trasporto del
gas attraverso le reti locali.
La riforma supera il vecchio metodo di calcolo delle tariffe,
in vigore dal 1975, che ha portato negli ultimi anni ad una proliferazione dei
"bacini tariffari" su base comunale e pluricomunale (oltre 1000
tariffe diverse in tutta Italia), a forti squilibri nell'efficienza dei 744
distributori locali, e a forti differenze tra le stesse tariffe, spesso non
giustificate dai costi del servizio reso agli utenti. Alcune provincie
presentano un costo medio del gas per riscaldamento, comprese le tasse, anche
del 40 superiore rispetto a quello delle provincie meno care.
Nel nuovo sistema le tariffe saranno determinate dai
distributori nel rispetto dei vincoli fissati dall'Autorità per la
formulazione di una tariffa "base", che sarà unica in tutta in Italia
per ciascun gruppo industriale. Attualmente i gruppi industriali, le aziende
pubbliche e le società attive nella distribuzione del gas sono circa 320 a cui
si aggiungono circa 290 amministrazioni comunali che gestiscono in proprio il
servizio.
I distributori potranno proporre tariffe
"personalizzate", anche stagionali, ma saranno in ogni caso vietate
discriminazioni su base territoriale o in base all'uso. Le tariffe
"personalizzate" dovranno essere proposte da ciascun distributore a
tutti i propri utenti e dovranno rispettare un Codice di condotta commerciale
approvato dall'Autorità sentite le associazioni dei consumatori.
L'Autorità intende riportare l'insieme delle tariffe ai
costi standard del servizio, agganciandole ai costi degli operatori più
efficienti e con adeguati livelli di qualità e sicurezza, mentre la
remunerazione del capitale investito sarà in linea con quella media delle
imprese europee del settore. La concorrenza comparativa e l'introduzione del
metodo del "price cap", che prevede la fissazione di tassi minimi di
diminuzione annuale delle tariffe al netto dell'inflazione, porteranno ad un
aumento di efficienza con conseguente riduzione di costi e tariffe. Lo stimolo
all'efficienza avrà anche l'effetto di promuovere l'ulteriore
aggregazione dei distributori, riducendo la dispersione delle tariffe sul
territorio nazionale.
Scomparirà l'attuale differenziazione tra tariffe del gas
per usi di cucina e scaldabagno domestico (T1), per il riscaldamento
unifamiliare (T2) e per il riscaldamento centralizzato, del terziario e della
piccola industria (T3) che non corrispondono più al costo dei servizi resi.
Infatti, la struttura tariffaria in vigore non copre i costi del servizio del
gas per uso di cucina, che rappresenta circa il 5 per cento dei consumi, mentre
risulta mediamente in linea con i costi per il riscaldamento unifamiliare mentre
è superiore ai costi per il riscaldamento condominiale e gli usi del terziario
e della piccola impresa.
L'Autorità propone l'introduzione di tariffe
"sociali" ridotte a beneficio delle famiglie meno abbienti per il
riscaldamento delle abitazioni, in considerazione del rilevante onere che tale
spesa comporta per le famiglie (in media, 1.500.000 lire all'anno). L'accesso
alle tariffe sociali, non previste nel vecchio metodo tariffario per il settore
del riscaldamento domestico, similmente a quanto l'Autorità ha già previsto
per il settore elettrico, sarà determinato in base al cosiddetto
"redditometro".
Oltre alle tariffe, il nuovo sistema regolamenta per la prima
volta su base nazionale anche i contributi per l'allacciamento, l'attivazione
e la disattivazione del servizio, finora definiti a livello comunale.
Infine, vengono indicate correzioni alla misura del gas per i
servizi svolti ad altitudini superiori a 400 metri, in relazione alla sempre
maggiore diffusione del metano nelle zone montane, e viene definito un nuovo
criterio di valutazione del potere calorifico superiore del gas, in modo da
stabilire una più precisa corrispondenza tra tariffe e potere calorifico del
gas distribuito localmente. L'adeguamento è necessario a causa della forte
diseguaglianza dei poteri calorifici del gas distribuito in Italia, che variano
anche del 10 per cento a seconda della diversa provenienza.