L'Autorità ha riscontrato, come prassi del settore, l'utilizzo di una serie (due o più) di transazioni di compravendita di energia elettrica a effetto economico netto pari a zero, secondo il seguente schema:

1. l'operatore A vende all'operatore B una certa quantità di energia Q a un prezzo P;
2. dopo un intervallo di tempo relativamente breve, B vende ad A la stessa quantità di energia Q allo stesso prezzo P.

L'Autorità ha verificato che alcuni soggetti attivi sui mercati all'ingrosso dell'energia elettrica gestiscono "portafogli" separati per le attività di hedging e per le attività speculative e che l'esecuzione saltuaria di sequenze di transazioni circolari è finalizzata ad assicurare la completa segregazione delle attività di compravendita effettuate da ciascun portafoglio, nonché l'omogeneità del trattamento contabile e la tracciabilità delle operazioni che comportano il passaggio di energia elettrica tra i due portafogli, riducendo al contempo i costi di transazione.

Dall'esame di alcuni casi specifici, l'Autorità, accertata l'assenza di significative alterazioni della domanda e dell'offerta, o del prezzo di mercato, unitamente al numero relativamente basso delle suddette operazioni circolari, ha ritenuto che non si riscontrassero, nelle fattispecie esaminate, gli estremi di una violazione dell'articolo 5 del Regolamento (UE) n. 1227/2011 (REMIT).

Tuttavia, in considerazione del rischio che le suddette operazioni circolari possano, anche inconsapevolmente, inviare ai mercati segnali falsi o tendenziosi circa le condizioni di mercato oppure influenzare il valore di indici di riferimento per il mercato, si ritiene opportuno precisare a tutti gli operatori che il ricorso reiterato a operazioni circolari, tali da determinare sul mercato movimentazioni significative in termini di volumi scambiati e/o alterazioni dei prezzi, potrebbe condurre a un esito differente rispetto a quello appena richiamato.